GIUSEPPE MOLTENI

(Affori (Mi), 1800 – Milano, 1867) 

Rebecca

1835

olio su tela

51×44 cm

OPERA

Rebecca è un personaggio chiave di Ivanohe, romanzo storico di Sir Walter Scott (1771–1832), ambientato alla fine del XII secolo. La giovane ebrea è innamorata di Ivanohe, il protagonista, al quale salva la vita, ma è costretta a rinunciare al suo amore facendosi da parte in favore di lady Rowena, la donna amata dall’eroe. Affascinante, colta e appassionata, Rebecca incarna gli ideali e le virtù care alla sensibilità romantica.

Giuseppe Molteni, ritrattista di famiglia, restauratore e amico di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, sceglie di affrontare per la prima volta nella sua carriera un soggetto storico proprio nel momento di massimo successo dell’Ivanhoe.  

La sua pittura è caratterizzata da un’estrema cura nella resa dell’ambiente e dei costumi, che lo porta a realizzare dipinti di altissima qualità e raffinatezza e a contendere al maestro della scuola romantica Francesco Hayez la scena artistica lombarda. 

Il virtuosismo pittorico con cui è raffigurata la donna emerge pienamente nella descrizione dei dettagli: la lucentezza della stoffa del turbante con la grande piuma di struzzo, le morbide ciocche di capelli che cadono sulle spalle e lo sguardo triste che nasconde il rimpianto di un amore negato. Modellando la sua Rebecca sulla descrizione di Scott, Molteni dà vita a un ritratto che non solo è un inno alla raffinata bellezza della giovane ebrea e alle sue virtù, ma è una vera a propria celebrazione del fascino di una delle più famose eroine letterarie del romanticismo.

BIOGRAFIA

Giuseppe Molteni, nato ad Affori (Mi) il 30 marzo 1800, fu costretto a lasciare gli studi artistici all’ Accademia di Brera per problemi economici e andare a Bologna a imparare il mestiere del restauro. Rientrato a Milano, diventò in breve tempo uno dei più richiesti restauratori dell’epoca, consulente del Louvre e del British Museum e dei maggiori collezionisti e conoscitori europei oltre che milanesi. Si dedicò anche alla pittura inaugurando nel 1828 il genere del “ritratto ambientato”, caratterizzato dalla resa meticolosa e sfarzosa dell’ambiente e dei costumi, che gli procurò uno straordinario successo ponendolo in competizione con Francesco Hayez.

Nel 1837 iniziò a dipingere scene di vita contemporanea che furono molto apprezzate dal pubblico e dalla critica. 

Nel 1854, con la nomina a conservatore della Pinacoteca dell’Accademia di Brera, decise di abbandonare la pittura. Morì a Milano l’11 gennaio 1867.