PIERO DEL POLLAIOLO

(Firenze, 1441 – Roma, 1496)

Ritratto di dama

1470 circa

tempera e olio su tavola

45,5×32,7 cm

Museo Poldi Pezzoli, Milano

OPERE

La giovane donna è raffigurata sullo sfondo di un cielo azzurro con alcune nubi. Il volto, mostrato di profilo secondo la tradizione della ritrattistica antica, è segnato da una sottile linea nera di contorno che lo fa risaltare. La giovane indossa un corpetto scollato e allacciato sul davanti. La massa dei capelli, sostenuta da un velo, è circondata da un nastro e da un filo di perle. Sulla fronte scendono due fili di piccole perle legate in oro, il «frenello». Il collo è ornato da una collana formata da tre perle bianche alternate a una sferetta d’oro, cui si aggancia un pendente con un grosso rubino.

Notevole importanza viene data alla manica in velluto broccato con una grande decorazione floreale. All’epoca, gli abiti avevano maniche staccabili, assicurate alle spalle da lacci per poter essere staccate e sostituite facilmente. Le maniche erano spesso la parte più preziosa dell’abito: alcune erano ornate da gemme e quindi erano inventariate tra le gioie. La ricchezza dell’acconciatura, della veste e dei gioielli indossati dalla donna lasciano immaginare che si tratti di un personaggio dell’alta società fiorentina del Quattrocento.

I gioielli hanno riferimenti simbolici all’amore coniugale: il bianco delle perle evoca la purezza, il rubino la passione amorosa. Probabilmente il ritratto è stato eseguito in occasione del matrimonio della giovane donna.

L’opera, databile al 1470-1475 circa, appartiene a una nota serie di ritratti femminili di Piero del Pollaiolo, ora divisi tra musei europei e americani.

La straordinaria attenzione agli effetti della luce sui capelli della dama, sulle perle e sul volto, mostra l’influenza delle novità introdotte dai pittori fiamminghi contemporanei.

BIOGRAFIA

Piero Benci detto del Pollaiolo (Firenze, 1441 c. – Roma, ante 1496) prese il suo soprannome dal mestiere del padre che vendeva pollame al mercato di Firenze. Si formò con il fratello Antonio, orefice e scultore oltre che pittore, e collaborò con lui molte volte tanto che è difficile distinguere le loro opere quando non siano firmate o documentate. Sappiamo che i fratelli Pollaiolo erano interessati allo studio dell’anatomia umana e dissezionarono cadaveri prima di Leonardo da Vinci. Piero, tra le molte opere per chiese e palazzi di Firenze e dintorni, dipinse il ritratto di Galeazzo Maria Sforza (agli Uffizi) per Lorenzo il Magnifico che lo teneva nella sua camera. 

Nel 1493 seguì Antonio a Roma per collaborare alle statue per la tomba di papa Sisto IV in San Pietro in Vaticano. Dal testamento di Antonio del 1496 sappiamo che a quella data Piero era morto da tempo.