SANDRO BOTTICELLI 

(Firenze 1445 – 1510)

Madonna con il Bambino

1482-1483

tempera su tavola

58×39,6 cm

OPERA

Conosciuto anche come la Madonna del libro, questo dipinto raffigura la Vergine e il Bambino davanti a un libro aperto. Per l’impaginazione e la decorazione delle pagine si pensa che si tratti di un Libro d’Ore, cioè di uno di quei manuali di devozione destinati ai laici che ebbero grande diffusione tra il XIII e il XVI secolo. Accanto al libro, su cui si posa la mano di Maria, ci sono altri libri e alcuni oggetti che contribuiscono a dare all’immagine un tono domestico. 

Dalla finestra aperta sullo sfondo proviene una luce calda e dorata che pare emanare dalle figure stesse, trasformando il semplice interno in un ambiente mistico. I frutti nella bella ciotola di maiolica hanno un significato simbolico: le prugne alludono alla dolcezza dell’affetto tra la Madre e il Figlio, le ciliegie al sangue di Cristo, i fichi alla sua Resurrezione. I tre chiodi nella manina di Gesù e la corona di spine sul suo braccio ricordano la sua futura Passione.
L’opera, databile intorno al 1482-1483, fu probabilmente dipinta per la devozione privata di un committente molto prestigioso come dimostrano l’estrema qualità della pittura, ma anche l’uso di materiali molto pregiati come l’oro zecchino utilizzato per le aureole e altri dettagli, e il blu del manto di Maria ottenuto da lapislazzuli sminuzzati. In quegli stessi anni Botticelli dipingeva capolavori come la “Nascita di Venere” e “La Primavera”.

BIOGRAFIA

Sandro Botticelli (Firenze 1445 circa – 1510) in realtà si chiamava Alessandro di Mariano Filipepi, ma come i fratelli fu soprannominato Botticelli. Fu allievo del pittore Filippo Lippi. Già nel 1470 aveva aperto la sua bottega e lavorava per i Medici e le più importanti famiglie fiorentine. Nel 1481 la sua fama era tale che fu chiamato a Roma per dipingere nella Cappella Sistina (due scene della vita di Mosè e le tentazioni di Cristo). Questa fu l’unica occasione in cui si allontanò da Firenze.

Dal suo ritorno nel 1482 e fino al 1490 dipinse le sue opere più famose, come la Nascita di Venere e la Primavera (entrambe agli Uffizi).  

Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico (1492), signore di Firenze e mecenate dell’artista, e l’arrivo al potere di Fra Girolamo Savonarola che predicava il rinnovamento della chiesa, la fortuna di Botticelli cambiò e anche il suo stile che riflette sia l’atmosfera di profonda incertezza politica sia lo scoraggiamento dovuto alla sempre minore richiesta di lavoro. Secondo Vasari, malgrado i suoi successi, alla fine morì in povertà.