GIOVANNI ANTONIO CANAL detto CANALETTO
(Venezia 1697 – 1768)
Capriccio architettonico
1756 circa
olio su tela
91×108,6 cm
Museo Poldi Pezzoli, Milano
OPERA
Il capriccio architettonico nella pittura è un’opera che combina liberamente architetture di epoche diverse, reali o fantastiche, e rovine dell’antichità.
In questo “capriccio”, quasi al centro della composizione, sotto una loggia con archi a tutto sesto, è raffigurato un monumento funebre rinascimentale che sovrasta una lapide, di cui una figura tenta di decifrare il testo. A sinistra compare una torre circolare preceduta da un portico classico mentre all’estremità opposta della tela c’è un edificio circolare di epoca imprecisata. Attraverso l’arco in rovina si intravedono un arco trionfale, che offre qualche analogia con la Porta di San Giovanni a Padova, una fontana e lo scorcio di una città con un campanile e una cupola simile a quella di San Pietro a Roma.
Alcuni pastori, immobili, sembrano quasi parte della scenografia, mentre un cane sembra vagare tra le rovine.
Questa è una delle vedute ideali di Canaletto che ebbero maggior successo e di cui si conoscono varie repliche e copie. Quest’opera può essere assegnata alla fase avanzata della sua attività, probabilmente dopo il ritorno dall’Inghilterra avvenuto nel 1756.
BIOGRAFIA
Giovanni Antonio Canal detto Canaletto nacque a Venezia nel 1697, figlio di un pittore di scene teatrali con cui collaborò anche per alcune opere nei teatri romani.
Tornato a Venezia nel 1720, iniziò a dipingere le sue vedute, estremamente precise e dettagliate, e grazie a queste raggiunse la fama. Sappiamo che l’artista eseguiva disegni preparatori aiutandosi con uno strumento noto come camera ottica. Poi scoprì che dipingere quadri come souvenir per i turisti era molto redditizio; in queste opere la sua pittura era meno precisa, contraddistinta da un’illuminazione teatrale e un interesse quasi impressionista per il gioco di luci e ombre. Di solito questi dipinti rappresentano sontuose cerimonie pubbliche veneziane, come la Regata sul Canal Grande, ma anche scorci della città. Oltre alle vedute eseguì anche numerosi “capricci”, paesaggi di fantasia spesso con rovine classiche.
Canaletto fu molto apprezzato dai collezionisti stranieri e visitò più volte l’Inghilterra tra il 1746 e il 1756. Morì a Venezia il 19 aprile 1768.