GIOVANNI ANTONIO CANAL detto CANALETTO
(Venezia 1697 – 1768)
Il Prato della Valle a Padova
1741-1746
olio su tela
39×87 cm
Museo Poldi Pezzoli, Milano
OPERA
Realizzato tra il 1741 e il 1746, il dipinto raffigura la piazza del Prato della Valle a Padova prima che i lavori di sistemazione del 1775-1776 ne alterassero la fisionomia. La tela è dunque una preziosa testimonianza della storia della città.
Molte figure popolano il vasto spazio aperto, senza tuttavia animarlo. Ciò che infatti fa vibrare la piazza non è il movimento delle persone, ma la luminosità che la pervade, la densità delle ombre contrapposta al chiarore delle luci; è il cielo che si schiarisce verso destra, che accentua l’andamento orizzontale della tela. Gli edifici ai lati del dipinto delimitano la piazza, coperta dall’erba e caratterizzata dalla basilica di Santa Giustina a sinistra, e dal Collegio Universitario a destra.
Il dipinto è un esempio del vedutismo veneziano, genere di cui Canaletto fu un maestro. L’artista era interessato alla rappresentazione esatta della realtà, e per fare ciò usava uno strumento da lui stesso messo a punto: la camera ottica. Costituita da una scatola, la camera ottica veniva posta davanti alla veduta della quale, attraverso specchi rifrangenti e lenti convesse, proiettava l’immagine su un foglio. L’artista poteva così realizzare sul posto gli studi preparatori e poi, nel suo atelier, eseguire opere su tela o incisioni.
BIOGRAFIA
Giovanni Antonio Canal detto Canaletto nacque a Venezia nel 1697, figlio di un pittore di scene teatrali con cui collaborò anche per alcune opere nei teatri romani.
Tornato a Venezia nel 1720, iniziò a dipingere le sue vedute, estremamente precise e dettagliate, e grazie a queste raggiunse la fama. Sappiamo che l’artista eseguiva disegni preparatori aiutandosi con uno strumento noto come camera ottica. Poi scoprì che dipingere quadri come souvenir per i turisti era molto redditizio; in queste opere la sua pittura era meno precisa, contraddistinta da un’illuminazione teatrale e un interesse quasi impressionista per il gioco di luci e ombre. Di solito questi dipinti rappresentano sontuose cerimonie pubbliche veneziane, come la Regata sul Canal Grande, ma anche scorci della città. Oltre alle vedute eseguì anche numerosi “capricci”, paesaggi di fantasia spesso con rovine classiche.
Canaletto fu molto apprezzato dai collezionisti stranieri e visitò più volte l’Inghilterra tra il 1746 e il 1756. Morì a Venezia il 19 aprile 1768.