FRANCESCO HAYEZ
(Venezia, 1791 – Milano, 1882)
Autoritratto in un gruppo di amici
1827
olio su tela
32,5×29,5 cm
Museo Poldi Pezzoli, Milano
OPERA
In questo autoritratto, datato 1827, Francesco Hayez si è raffigurato circondato dai suoi amici: da sinistra sono riconoscibili i pittori Pelagio Palagi e Giovanni Migliara (di profilo); a destra, il pittore Giuseppe Molteni, con il cilindro in testa, e lo scrittore Tommaso Grossi, grande amico di Alessandro Manzoni, l’unico a capo scoperto.
Hayez, in primo piano e al centro della scena, indossa, come Palagi e Migliara, un berretto da pittore con la visiera e ha un paio di occhialini tondi.
Lo sfondo, non finito, si mescola e si confonde con il tessuto degli abiti e pare unire le figure: amicizia e vicinanza intellettuale sono forse i veri temi dell’opera, considerata quasi un manifesto culturale del Romanticismo milanese.
Al Museo Poldi Pezzoli ci sono altre due opere di Hayez: un autoritratto con tigre e leone degli inizi degli anni Trenta e il celebre ritratto del fondatore del museo, Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1851), che volle affidarsi al ritrattista più apprezzato dall’alta borghesia e dall’aristocrazia milanese che amava la sua pittura rigorosa e attenta all’indagine psicologica dei personaggi.
BIOGRAFIA
Francesco Hayez (Venezia, 1791 – Milano, 1882) è il più importante pittore del movimento romantico italiano. Ampio successo ebbero all’epoca le sue grandi tele di tema storico, per lo più ambientate nel Medioevo, in cui spesso era nascosto un messaggio patriottico risorgimentale.
Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, vinse una borsa di studio per un soggiorno a Roma dove conobbe il celebre scultore neoclassico Antonio Canova. Trascorse quasi interamente la sua lunghissima carriera a Milano, dove si trasferì nel 1822, a trentatré anni, quando ottenne una cattedra all’Accademia di Brera di cui poi fu direttore. Nella città lombarda conquistò un ruolo di primo piano oltre che come pittore di storia, anche come ritrattista grazie alle sue capacità d’introspezione psicologica. Come mostra il famoso ritratto di Alessandro Manzoni, ma anche quello di Gian Giacomo Poldi Pezzoli in una posa simile a quella dell’autore dei Promessi Sposi.