GIOVANNI BENEDETTO CASTIGLIONE detto IL GRECHETTO
(Genova, 1609 – Mantova, 1664)
La maga Circe
1651 circa
olio su tela
99,2×141 cm
Museo Poldi Pezzoli, Milano
OPERA
Nel bel dipinto, databile al 1651 circa, Circe siede un po’ in disparte con aria pensosa. Ha in mano una bacchetta magica ed è attorniata da molti animali poiché, secondo la mitologia greca, la maga Circe trasformava in bestie tutti quelli che giungevano alla sua isola, come accade nell’Odissea ad alcuni compagni di Ulisse.
Al centro della scena, sopra un basamento con bassorilievi, si vedono un’erma bifronte, un vaso decorato, un elaborato porta torcia da cui si leva un filo di fumo e un recipiente a forma di conchiglia.
Attorno all’incantatrice si accumulano gli oggetti più vari, tra cui alcuni grandi libri, una sfera armillare, un catino di rame e un teschio. La posa di Circe, con la testa appoggiata alla mano, gli strumenti del sapere abbandonati, il teschio, un uccello morto, i tronchi cavi e marci, lo stesso filo di fumo che sale dal braciere, avvicinano questa immagine a quella della Malinconia.
Il dipinto è opera del pittore genovese Giovanni Benedetto Castiglione, noto anche come il Grechetto, che nella sua carriera ha rappresentato più volte il tema di Circe. Il soggetto, d’altronde, era molto adatto a valorizzare la sua abilità nel raffigurare le stoffe e nel rendere le diverse superfici come i marmi delle sculture o il piumaggio e i mantelli degli animali.
BIOGRAFIA
Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto nacque a Genova nel 1609. Si formò con Giovan Battista Poggi, ma per lui fu molto importante anche la presenza in città delle opere dei pittori fiamminghi Rubens e Roos. Riprese da Jan Roos la scelta di porre in primo piano animali e nature morte, relegando sullo sfondo le scene storiche che diventano un puro pretesto.
Tra il 1632 e il 1634 andò a Roma, dove entrò in contatto con Gian Lorenzo Bernini e Nicolas Poussin. Iniziò a usare colori più smaglianti e i suoi dipinti si arricchirono di una nuova dimensione spaziale. Il Grechetto fu anche uno stimato incisore, specializzato nella tecnica dell’acquaforte e inventore della tecnica del monotipo: probabilmente le sue stampe influenzarono anche l’opera di Rembrandt.
Negli anni ’30 e ’40 fu continuamente in viaggio tra Roma, Napoli e Genova. Negli anni ’50 fu pittore alla corte dei Gonzaga a Mantova dove morì nel 1664.