ANDREA PREVITALI
(Brembate di Sopra (Bg), 1480 circa – Bergamo, 1528)
Ritratto di uomo
1502 circa
tempera su tavola
23,8×18 cm
Museo Poldi Pezzoli, Milano
OPERA
Questa piccola tavola è databile intorno al 1502, agli anni giovanili del pittore bergamasco Andrea Previtali fortemente influenzati dal suo maestro Giovanni Bellini, come è confermato dalla firma in latino sul retro del dipinto: “Andreas Cordelle Agi Discipulus Iohannis Bellini Pinxit”. Il pittore era soprannominato Cordeliaghi perché figlio di un commerciante di corde e aghi.
Sebbene l’identità del personaggio sia sconosciuta, l’acconciatura e il copricapo fanno supporre che l’uomo fosse veneziano. Il colore acceso dello sfondo e la massa scura dei capelli e del berretto fanno risaltare, per contrasto, le delicate sfumature del volto.
Sul retro della tavola, un teschio e l’iscrizione latina “Questa è la bellezza, questa è la forma che rimane. Questa legge è uguale per tutti” sono chiari riferimento alla transitorietà della bellezza terrena e della gioventù; quasi un contrappunto all’intensa vivacità dello sguardo dell’uomo. Il teschio dipinto in posizione capovolta rispetto al ritratto indica che la tavola era originariamente posta su un supporto rotante.
BIOGRAFIA
Andrea Previtali, detto il Cordeliaghi, nato a Brembate di Sopra (Bg) nel 1480 circa, prese il soprannome dal padre, un commerciante di cordicelle e aghi che, visto il suo talento artistico, lo mandò a Venezia alla bottega di Giovanni Bellini. Qui il pittore si formò e rimase fino al 1511.
In quell’anno fece ritorno a Bergamo, forse chiamato dalla famiglia Casotti Mazzoleni originaria come lui della Valle Imagna. I Casotti gli commissionarono varie pale d’altare per diverse chiese e anche gli affreschi nella villa Zogna, di cui restano quelli raffiguranti arti e mestieri.
Nel 1512 arrivò a Bergamo da Venezia Lorenzo Lotto; Previtali non si limitò a collaborare con lui in alcune opere, ma ne subì l’influsso come mostrano i suoi dipinti di questo periodo.
Previtali morì di peste il 7 novembre del 1528 nella sua casa accanto alla chiesa di Sant’Andrea a Bergamo.