SOFONISBA ANGUISSOLA
(Cremona, 1532 – Palermo, 1625)
Ritratto femminile
1558 circa
olio su tela
63,5×54,5 cm
Museo Poldi Pezzoli, Milano
OPERA
Questo dipinto, databile intorno al 1558, era ritenuto l’autoritratto della pittrice cremonese Sofonisba Anguissola ma, negli ultimi tempi, sono state avanzate altre teorie sul soggetto e sull’autrice: l’opera è stata attribuita alla sorella Lucia e la giovane donna raffigurata sarebbe Minerva, un’altra delle cinque figlie di Amilcare Anguissola. Sofonisba fu l’unica a diventare famosa, tanto da lavorare alla corte spagnola come ritrattista, ma non fu la sola ad essere avviata alla pittura; anche le altre sorelle erano pittrici, come narrava il Vasari che, in un viaggio a Cremona, era stato a casa Anguissola e vi aveva ammirato le opere delle “virtuose” fanciulle.
La giovane è raffigurata a mezzo busto in una tela ovale (un formato all’epoca diffuso soprattutto nelle miniature), indossa un abito nero ravvivato dal bianco della camicia di cui si vedono solo il collo e il nastro che scende sul petto; una treccia le circonda il capo. Il volto è leggermente girato a destra, ma lo sguardo è diretto verso lo spettatore. L’atmosfera del dipinto è a prima vista molto semplice, ma osservando meglio è evidente la cura con cui è stato realizzato. Si noti la precisione dei dettagli, con effetti che richiamano l’arte fiamminga – ad esempio negli occhi, nei capelli, nel pizzo del colletto – e accorgimenti come lo sfondo chiaro che evidenzia la figura suggerendo lo spazio che la circonda.
BIOGRAFIA
Sofonisba Anguissola, nata nel 1532 a Cremona, fu una delle prime pittrici famose e la prima artista a ottenere una fama internazionale. Suo padre era un aristocratico e non un artista, come nel caso di altre sue colleghe, e la affidò per imparare l’arte a Bernardino Campi, un importante pittore locale. Fu stimata da Michelangelo, che conobbe a Roma, a cui inviò suoi disegni. La sua fama di artista era tale che nel 1559 Filippo II di Spagna la chiamò alla corte di Madrid dove, oltre a dipingere ritratti della famiglia reale, fu dama di compagnia della Infanta Isabella Clara Eugenia. Si sposò una prima volta nel 1571; rimasta vedova, nel 1580 si risposò con un nobile genovese con cui visse prima a Genova e poi a Palermo. Morì ultranovantenne a Palermo nel 1625. Un anno prima era andato a trovarla il pittore fiammingo Antoon van Dyck, che ammirava il suo lavoro e dopo l’incontro disse: “Ho imparato più da questa novantenne cieca che dai miei contemporanei.”